domenica 26 aprile 2015

Un ultimo scorcio dal Bel Paese

Non mancano in quest'ultimo fine settimana nemmeno i birrifici italiani; a partire dal pionere del settore, Le Baladin, il cui fondatore Teo Musso ha scritto la prima pagina di una storia che oggi conta oltre ottocento birrifici artigianali. Baladin porta i pezzi storici: la Nazionale - prodotta solo con materie prime italiane -, la Open - nelle versioni White (blanche) e "Rock and roll", con l'aggiunta di ben cinque tipi di pepe che senza risultare invasivi donano un peculiare tocco amaro nel finale -, la rossa doppio malto Elixir con lieviti da scotch, la Super Bitter e la stout Brune - una delle tre ricette originali del fondatore e disponibile solo alla spina.

Altro birrificio "storico" è Amarcord, che porta la bionda, la bruna e la mora: no, non sono tre donne, ma le loro tre classiche ad alta fermentazione, la prima aromatizzata con miele d'arancio, la seconda con zuccheri canditi, e la terza con caffè. A queste si aggiunge la bionda Gradisca, unica bassa fermentazione.


Una sosta è poi d'obbligo allo stand di Retorto, che esibisce con orgoglio i propri trofei: un primo premio ("nella targhetta c'è scritto terzo, ma è un errore") al Campionato Italiano delle birre artigianali 2014 per il barley wine Malalingua, e altri due per la belgian sgtrong ale Black Lullaby e la scotch ale Daughter of Autumn - sul gradino più alto per la sua categoria anche a Birra dell'Anno. La chicca è indubbiamente la Black Lullaby, una scura ad alta fermentazione con l'aggiunta di avena, fave di cacao e bacelli di vaniglia: gli intensissimi sapori di tostato iniziali virano così verso il dolce in chiusura, con una leggera punta di acido. Ma anche la Daughter of Autumn, strong ale di stile scozzese dai toni caramellati e discretamente torbati, merita una prova: prendetele entrambe e condividete.

Da non perdere nemmeno Toccalmatto, che esibisce la celeberrima pils Re Hop, la saison Tabula Rasa, la Pale Ale Zona Cesarini, e la saison Sibilla: una belga che più belga non si può, dai classici profumi floreali e un finale speziato con una punta di leggera e dissetante acidità.


A voler portare la "Birra al popolo", come da slogan, è poi il birrificio San'Andrea - BSA per gli amici - di Vercelli: perché "la birra è per tutti, è conviale", afferma Armando nell'illustrarci le birre disponibili - tutte rigorosamente di stile anglosassone. Su tutte spiccano la RiOt, una belgian strong ale dalle possenti note maltate e caramellate con una chiusura tra i sentori di frutta secca e quelli di whisky, e la Fog, una witbier assai rinfrescante con infusione di buccia d'arancia e coriandolo.

Ultima voce fuori dal coro, non perché fuori stile ma per la sua storia particolare - un marchio nato nel 1766 a Trieste con Maria Teresa d'Austria, e poi fatto rinascere a Nervesa nel 2000 dall'imprenditore Martino Zanetti - è Theresianer, che ha fatto del celebre "Editto di purezza" del 1516 - che impone di usare solo malto d'orzo, acqua, lievito e luppolo - la sua regola imprescindibile. Tra tutte vi consigliamo la strong ale, dagli intensi profumi e sapori maltati e di frutta secca: attenzione però agli 8 gradi e mezzo, suggeriamo una piacevole attesa a uno degli stand gastronomici prima di rimettersi alla guida...

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