venerdì 17 aprile 2015

Tra collezionismo e storia

Il secondo fine settimana di Mastro Birraio si è aperto all'insegna della storia della birra. I più puntuali, che già alle 18 erano ai cancelli - e li hanno potuti varcare con bicchiere omaggio in mano - hanno potuto assistere all'apertura della mostra "La storia della birra tramite il collezionismo", curata dallo storico Michele Airoldi: oltre 500 pezzi tra bicchieri, sottobicchieri, locandine, targhe, etichette, e chi più ne ha più ne metta. "La mostra si pone due obiettivi - ci spiega Airoldi -: rivolgersi a chi già coltiva la passione collezionistica, aiutandolo a risolvere dubbi e perplessità; e allettare il profano, a cui la mostra fa  scoprire la bellezza e la cura con cui una volta si realizzavano gli oggetti pubblicitari, destando così il suo interesse e, perché no, la voglia di iniziare a collezionare". La mostra sarà sempre aperta negli orari di fiera, fino a due ore prima della chiusura: colleizonisti e curiosi potranno così approfittare della presenza di Airoldi per fare domande, ricevere consigli, delucidazioni e precisazioni. Utili soprattutto a capire che c'è differenza tra il semplice "raccogliere" e il collezionare, che presume una capacità di scegliere e di apprezzare gli oggetti e l'arte che sta loro dietro: "Un amore per la  bellezza", lo definisce Airoldi, "perché oggi non si fanno più pezzi così". E lo si può ben capire nel vedere le decorazioni di certe lattine, i menù scritti a mano delle birrerie dei primi del Novecento, o alcuni bicchieri e sottobicchieri che sono di fatto dei pezzi unici perché non si ha notizia di altri esemplari dello stesso genere.

Una così ampia collezione di oggetti è indubbiamente prova che la birra ha una sua storia: una storia di cui è stato testimone - almeno dagli anni Cinquanta in poi - Tullio Zangrando, che dopo due lauree in tecnologia birraria a Weihenstephan in Germania e al Politecnico di Milano ha intrapreso una lunga carriera che l'ha portato a ricoprire la carica di direttore tecnico alla Dreher, Pedavena e Moretti - basti dire che la "Baffo d'Oro" è una suia creazione - , quella di responsabile della costruzione dello stabilimento a San Giorgio di Nogaro che oggi ospita la Castello, e infine di consulente tecnico di Pedavena e Theresianer. Insomma, Zangrando ha letteralmente vissuto un pezzo di storia dei birrifici e delle birerre del Triveneto, e infatti oggi è a Santa Lucia per raccontarla e parlare della qualità delle birre prodotte. "Pur non esistendo una stile birario tipico di questa Regione - spiega Zangrando - esiste però una lunga storia e tradizione ad esso legata, che ancora prosegue":  una storia che affonda le sue radici ai temi dell'imperatrice Maria Teresa, con i primi birrifici e birrerie nel 1776 a Trieste, passa per nomi come Forst e Dormisch e per altri ancora di cui nemmeno si hanno notizie storiche precise  ma di cui ci rimangono le bottiglie, e che arriva ad oggi con gli oltre 40 microbirrifici della zona. Qui a Santa Lucia ce ne sono praticamente la metà: che aspettate?

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