domenica 1 novembre 2015

Artigianale sì, artigianale no

Quali i requisiti perché una birra venga definita artigianale? E perché per la legge italiana non è possibile usare questa definizione in etichetta? A chiarire tutte le questioni è stato Paolo Erne nel suo incontro "artigianale si, artigianale no". "Uno di requisiti della produzione è la riproducibilità - ha affermato -. Ma mentre le birra industriale è come se facesse una fotografia, perché è sempre uguale, quella artigianale è come se facesse un ritratto: ogni pittore lo fa diverso, e ciascun pittore dipinge sempre in maniera diversa".

Certo il processo della produzione artigianale implica costi più alti, sia i  termini di materie prime che di manodopera;  il problema reale "rimane comunque la rete di distribuzione, su cui l'artigiano non può competere con l'industria". Occhio quindi alle campagne pubblicitarie spesso ingannevoli: "Che cosa vuol dire, come alcuni reclamizzano, che una birra ha otto luppoli? Assolutamente nulla, se non so che luppoli sono e i che quantità sono stati usati".

La birra artigianale sta comunque conquistando notevoli quote di mercato, per cui le industrie hanno lanciato le birre "crafty", simil industriali: "Ma l'italiano non è scemo, e si è reso conto che era un bluff". Il mercato della birra industriale in Italia è diminuito, ma tuttavia la quota delle artigianali in Italia è ancora bassa, attorno al 2,5% del totale, con 900 microbirrifici a livello nazionale. "Il mercato si è calmierato,  però vi invito a pende una birra industriale e lo stesso tipo di birra artigianale: anche aggungendo acqua, vedrete che quest'ultima conserva comunque maggior potere".

Paolo Erne è ancora qui, a parlare di come mai in Italia sono nati così tanti microbirrifici : che aspettate a raggiungerci?

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