domenica 25 ottobre 2015

I protagonisti: i birrifici

Non abbiamo però ancora parlato dei veri protagonisti della fiera, ossia i birrifici: che sono di fatto più di venti, in quanto alcuni stand ospitano le creazioni di più di un mastro birraio. Andando in senso antiorario partendo dalla vostra sinistra, per primo troverete Matilde e Norberto che saranno felici di offrirvi le birre di Toccalmetto, Ducato e Foglie d'Erba - tra cui la ipa Hopfelia con la nuova ricetta; mentre più avanti troverete l'Inconsueto, che ha come punta di dimanate la sua ipa Speciale in cui spiccano i luppoli da amaro, come da antica ricetta inglese. Proseguendo ancora troviamo Zahre, con la ultima nata della casa, la Apa, dai toni vellutati ed equilibrati in un gioco tra luppoli e malti; il Jeb, con la nuova versione roasted dell'ambrata ai tre cereali Cometa; e il Theresianer, con il c
ollaudato parco birra elaboirato da un maestro del calibro di Tullio Zangrando.

Proseguendo ancora arriviamo al birrificio San Biagio, che come punto di forza porta la Monasta - un'ambrata con miele e alloro -; e quindi il San Gabriel, la cui specialità è la rossa al radicchio, in omaggio al territorio trevigiano in cui il birrificio ha sede. Stand collettivo invece per Opperbacco, La Casa di Cura, Bibibir e Big Hop, che insieme offrono ben dieci possibilità su altrettante spine - insomma, almeno una del vostro genere c'è di sicuro.

Venendo all'altro lato del padiglione troviamo il rappresentante "locale", Valscura di Sarone: da provare la Kaos in nuova ricetta, una rossa a bassa fermentazionein cui i toni caramellati arrivano ad accarezzare il palato. Lungo lo stesso lato troviamo poi - mettendoli insieme per amor di praticità - i tre agribirrifici presneti in Fiera: San Giorgio, Villa Chazil e Padus Cerevisiae. Birrifici che utilizzano oltre la metà di materie prime proprie per la produzione, rendendo così tangibile in cooncetto per cui "la birra è un prodotto della terra".

Poco distante troviamo anche le presenze estere, con Chimay dal Belgio, Aviator, Manzanita, Black Diamond e ShipYard dagli Usa, e Bad Attitude dalla Svizzera; senza dimenticare la disponibilità di birre trappiste in bottiglia, come la Orval che vedete nella foto.

Tornando in Italia, oltre al già citato Birrone troviamo Sognandobirra - anche qui il suggerimento è quello di provare una delle loro nuove ricette, la brown ale -, il Benaco 70 - idem, ma questa volta per la strong bitter - e una delle new entry del panorama birrario del Nordest, Mr Sez: fatevi tentare dalla Penelope, la imperial stout spillata a pompa come tradizione inglese comanda. Ottima anche per un birramisù, come la moglie del birraio conferma...

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