sabato 24 ottobre 2015

È tornato il professore

È uno degli ospiti affezionati della Fiera della birra artigianale Mastro Birraio: e così come non ha mai fatto mancare la sua presenza a Santa Lucia, tanto meno è voluto mancare a Pordenone. Anche perché,  ha affermato, "da tempo auspicavo che ci fosse un evento del genere in Friuli Venezia Giulia.  Perché questa non è solo la regione del vino, ma anche della birra".

Nel suo laboratorio "Dal campo al bicchiere", Buiatti è  partito infatti dalla storia brassicola della regione; e più nello specifico da Udine, dove erano presenti ben  due birrifici - Dormisch e Moretti. "E dove la trovate un'altra città con due birrifici? Forse in Austria", ha osservato,  per dimostrare che Udine può a buon diritto definirsi "città della birra". Senza contare che il Friuli Venezia Giulia "è la regione con il più alto numero di birrerie per abitante". Nonché di birrifici, che però nel caso italiano "più che microbirrifici sono nanobirrifici": degli oltre mille che si contano attualmente,  infatti, la grande maggioranza produce meno di mille ettolitri all'anno, con uno scarto enorme tra grandi e  piccoli produttori.

Buiatti ha proseguito illustrando l'intera filiera - "dal campo al bicchiere", appunto - in un percorso che ha portato i partecipanti a scoprire i segreti della produzione della birra, dai cereali utilizzati fino alla classificazione di diversi stili e alle disposizioni legislative che riguardano la birra. "La birra è, a tutti gli effetti, un prodotto della terra come il vino - ha affermato -, ma il consumatore ancora non la percepisce come tale. La vede spesso come il risultato di un processo industriale, quasi fosse una bibita". Osservazioni "pesanti", ma che fanno risaltare ancora di più l'importanza dell'informazione - e della formazione - del consumatore.

Tante le curiosità: dalla denominazione lager per le basse fermentazioni, che significa magazzino - ad indicare il fatto che venivano fatte maturare nelle cantine; all'origine del nome pils, dalla città Ceca di Plzen; per concludere poi con la degustazione, introdotta dalla dottoressa Favotto dell'università di Udine, in cui sono state abbinate birre e salumi - tutti DOP e igp. "Gli abbinamenti hanno lo scopo di trarre il massimo piacere da ciò che stiamo mangiando e bevendo", ha affermato; ed ha poi illustrato l'accostamento tra prosciutto crudo di Parma e di lager di Villa Chazil, pancetta piacentina e rossa al radicchio di San Gabriel, coppa piacentina e rossa Vienna di Zahre, mortadella Bologna e Rudolf di Bad Attitude. Tutti salumi tagliati al momento, così da conservare al meglio le loro caratteristiche, e birre di qualità ed abbinate con sapienza: che cosa si può chiedere di meglio, in quanto a "trarre il massimo piacere"?

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